venerdì 24 giugno 2011

L'uomo, passando per la cruna di un ago, sbigottì. Non poteva credere ai suoi occhi, alle sue mani, non poteva credere al diaframma allo stomaco ai suoi piedi alle piante secche e assetate dei suoi piedi. Non credeva. Sbigottito. Sentendosi leggero per aver perso la chiave e pesante, torbido e pesante come una palude... nei suoi occhi fissi come sabbie mobili tutto affondava, tutto veniva ingannato e affondava. L'ago affondava. Il fiume affondava. L'ego affondava. Tutto divenne pesante affondando. Dimenticando. Accompagnandosi al panico, creatura che sotto la pelle riposava affiorando mentre tutto affondava, l'uomo, passando per la cruna di un ago, svanì.

" home sweet home "

2 commenti:

  1. cambia il modo in cui scorre, in un modo quando sei in piedi, in un altro quando sei sdraiato... una dolce banalità vero? o salata banalità? comunque dovresti raccontare la storia di quell'uomo che mai avrebbe fatto male ad alcun essere vivente, seppur minuscolo, non potendo sopportare l'idea della sofferenza altrui ma che si diletteva a causarsi dolore a sè, perchè in qualche modo tutti abbiamo una dose di sofferenza da elargire e lui si martoriava, sopportando la propria, solo la propria.

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  2. ci rifletterò su, intanto portami uno specchio

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