domenica 10 luglio 2011

 Collagene e insindacabili proteine... collage mirage bon voyage darling sexy e spinta molto spinta mentre ti dai al curling mentre giochi al curling

Non è tutto oro quello che appiccica; della cenere galleggia naufraga nell'iride del suo sguardo trascinato a raccogliere indumenti dal pavimento cricchiolante di gusci di lumaca e scorze di limone. Un aroma come di collisione. Ammazzava il tempo per resuscitarlo l'istante stesso, come demiurgo della noia, avvoltoio delle rapide, come rapito senza avere un soldo addosso e schernito da quei deliquenti che se la danno a gambe levatevi di torno ammazzacadaveri vecchi film degli orrori del quotidiano spermavivere. Sopravvivere di questi venti è come calarsi le brache. E brame di pelle. Desidero avvampare e riscaldarti come il cammino di un fuoco. Il battito di un cuoco. A tavola. E' pronto. Affamati sospiri si posano sui piatti. Come falene alla luce a tratti percepisco un indistinto brusio. Un canto mi riporta in me. Come fossi qualcosa d'altro. come fosse possibile. Tendo l'antenna a saggiare il flusso. Inarrestabile. Imponente. Invito con un cenno le stelle a deridermi. Oggi ho raccolto ancora due cadaveri in bagno. Nemmeno fossi ad aspettarli sulla sponda di un fiume. Mai più di uno alla volta. Ma ora... due!! Un segno. Due segni! Da interpretare... si è portato l'amichetta questa volta, come se volesse dirmi qualcosa quel cadavere di merda... almeno puzzasse, ma non odora, non emette alcun suono, come se fosse lì, dove si fa trovare, da tempo immemore... Con i tempi che corrono i 100 metri in meno di uno schiocco di dita, con zavorra e una lastra di pietra sulle spalle coricate le vacche grasse adorano i pastori del villaggio celato dalle fronde di fanciulle ammalianti... come perdersi in un bicchiere d'assenzio... emano un buon odore di soffritto e muschio stagionato. Non ho più riflessi che possano condizionarmi

Non ho più il dono della incontinenza:
 il formicolio si diffonde fin alle dit e non mi togl dal occh la sensaz d star evaporand trascinand dietr ogn tracc della mi presenz. Starai meglio quando dimenticherai, come se non avessi mai incrociato quel tempo e quel luogo e quel luogo e quel tempo. Non credi all'amore, ed io non ho forza di illuminare le caverne dove riposano le bestie che l'evoluzione deve ancora scoprire. Starai meglio quando quel tempo e quel luogo trascorrerà senza di me

Le ascelle ingrossano i fiumi a valle:
Rancore. Minuti dalle gengive sanguinanti. Ore pesanti. Come balene che affondano. Elefanti che vanno a morire. Il cimitero dell'usato. Sulla fronte tesa percuote la pioggia sillabe sconosciute. Una lingua che toglie gli oggetti dallo sfondo della cecità. Rilievi totem e preghiere taciute.Si annuncia come eiaculazione precoce. Non lo riconosce il naso delle pareti. Ringhiano i quadri. Affilano unghie gli stipiti. Levatelo di torno. Mozzategli la testa. Non ama che la perdita della sua consistenza.

E' come voltarsi e perdere di vista ogni cosa conosciuta, esserci senza domandarsi più nulla.



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