venerdì 8 luglio 2011

Da una parte all'altra del suo cranio un unico pensiero rimbalzava come una pallina da ping pong estenuata da una partita che non avrebbe visto nessun vincitore: il mantra pernicioso non dava requie a Paul.
Chiuse la bottega, staccò il telefono, serrò finestre porte e occhi e piegandosi afferrando con le mani le ginocchia, assecondando la litania, trafisse dondolandosi ogni residuo di umanità che esitava ancora ad evaporare riciclandosi in qualcosa di maggior utilità. Qualcosa che fosse utile alla specie, a lei... maledisse il giorno in cui Laura, circuita da quel sorriso e da una emancipata sequenza di parole schierate con pattini come un balletto sul ghiaccio, s'infatuò di quell'uomo che non avrebbe saputo mantenere promesse che nemmeno ebbe il coraggio di profferire. Vacuo raggiro di falene infrante al vetro smerigliato degli occhi luminosi di Laura dalle orecchie tenere come la silhouette di un'orchidea. Laura e quel principio di terrore che lo costrinse a guardare in faccia il proprio fallimento di uomo. Ladro anche, trafugando la rabbia di Laura e martoriandosi senza che più un alba giungesse a svegliarlo tirandolo sù dall'abisso salato e sterile che ne conservava le carni senza che marcissero; l'eternità nel tuo tormento, Paul! Pareti liscie senza appigli e nemmeno una bestia che possa divorarti. Un bisbiglio come un delirio gli fece aprire gli occhi e le mani allungandosi strinsero a sè quel corpo che tanto aveva odorato, Laura, non poteva sbagliarsi, assecondava i suoi gesti senza nessuna intenzione che non fosse la sua e Paul, scostandole i capelli dagli occhi e  accostandovi le labbra suggendone dalla fonte la freschezza d'un verde acceso la strinse a sè sino a colmare quell'incavo che non avrebbe potuto riconoscere nessun'altra forma, nessun'altro corpo. Tacque, la sua voce non avrebbe più cercato di manipolare incantesimi nel tentativo di aprofittarsi di lei, di Laura e della sua innocente fronte china s'un petto che la stringeva a sè.


4 commenti:

  1. belle le canzoni che alleghi ai tuoi racconti.. un po' meno belli i tuoi racconti, almeno per me, ma i gusti son gusti no? meno male che hai riaperto.. non sono serena, nemmeno laura, saprei chi fossi se magari qualcuno mi riconoscesse.. non so più come muovermi, mi sento emotivamente come un elefante in una savana di cristalli.. temo di far disastri, qualsiasi cosa dica o faccia.. non so perchè ti dico queste cose, forse perchè non te ne frega nulla e cerco proprio qualcuno a cui non frega nulla, che non compatisca e non giudichi umiliante la mia totale remissione alla riconquista di una parte vitale di me.. senza sono come una tela bianca su cui nessun pittore mette colore..

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  2. meraviglioso, abbiamo una cosa in comune, anche a me questi post, si chiamano così no?, non piacciono molto, l'autore è proprio una capra!! ma tu che sei un elefante e quindi hai una ottima memoria ricordi qualcosa delle tue vite passate?

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  3. non ricordo nulla.. tu sei più fuori del mio iguana quando lo porto fuori a fare i bisogni

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  4. Nel mio petto scalpita una mandria di bisonti che non vede l'ora di giocare con il tuo iguana

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