mercoledì 13 luglio 2011

Ha l'orrore. Il terrore. Pan senza Peter. Un essere come lui ne morirebbe. Privato. Ne morirebbe. Conosci te stesso, ma fino a un certo punto, oltre, senza quella lenitiva presenza, sarebbe l'orrore, il terrore.

 JJ Krump ha un volto che non si dimentica, un odore rassicurante e il modo in cui accavalla le sopracciglia ricorda vagamente l'espressione arcigna di un detective di quei film in bianco e nero e morti che venivano solo supposte senza mai adulterare il sentimento degli spettatori con innumerevoli spargimenti di viscere e sangue. Ha appena finito il turno di notte e mastica amaro per un problema al fegato e perchè ai fini della nostra storia la sua presenza è del tutto irrilevante. E' sempre filato tutto liscio, meglio, sempre tutto è filato via liscio dalla scorza della sua coscienza come sapone su olio e non ha mai considerato l'opportunità di divaricare le primitive gambe del subconscio e corteggiare la vulva antica dei piaceri più riposti. E' sempre filato via tutto liscio ripetono le sue gambe col ritmo di uno che ritorna a casa stanco e con la sola prospettiva orizzontale di un letto e di perdere ogni consapevolezza. Eppure, nonostante l'occhio strizzato all'audience delle major e medium e dei grossi calibri aziendali qualche remora mi spinge a non abbandonare al suo destino JJ Krump e a seguirne le vicende con un occhio accorto e l'altro allungato a spiarne i movimenti, che in questo momento si limitano a un ondeggiare di balena che soffia via dalla bocca getti rumorosi come se stesse russando: e così è. E mi piacerebbe seguire il corso stinto dei suoi desideri calati come pantaloni sulle gambe glabre e mollicce come ventri di lombrichi ma nello stesso tempo temo di lasciarmi invischiare in qualcosa di losco e sporco come il cesso della stazione di xxx e rigettato indietro a miglia di distanza da un lezzo nauseabondo dimentico JJ Krump e il suo volto, e tutto quello che in gran segreto avrebbe voluto confidarmi



Nessun commento:

Posta un commento