venerdì 15 luglio 2011

Non c'è alcun problema, nessuna insindacabile questione: taglia e cuci, cucito e tagliato. Manca qualche secolo al suo cuore: un battito, e poi più nulla sino alla prossima goccia d'acqua che si frange al suo cranio come in una classica tortura cinese. Pling... apri gli occhi e divora dall'interno ogni percezione, plong.. le lacrime della tortura sollevano il tuo coito da ogni responsabilità. Non potrai mai e mai e mai e mai e mai ripulirti la fedina. Avvolgiti nella noia e nello sproposito avanzo d'ego.

 non ha tempo per te dio, non ha affatto voglia d'esaudire le tue preghiere

mi accendo l'ultima sigaretta alle cinque di mattina alle cinquezerocinque mi masturbo violentemente sino a sanguinare dalle gengive alle cinquequalcosa di più mi sparo un colpo in bocca e riverso alle cinquecinquantaquattro mi alzo dal pavimento sorreggendomi agli spigoli dei mobili rosicchiati dalle unghie dei diecimila gatti che orinano sempre nella loro lettiera non come me che dove capita marco il pavimento e le pareti di pittorici archi e guglie e cupole e tetti e mansarde e fregi e alle seinpunto sono in strada con un cappello tirato giù sino alle orecchie e le labbra bianche e le calze spaiate e le mutande rovesciate e la maglia stinta e i jeans a culo alto e tanta voglia di camminare alle sett'eunquarto entro nel bar ed esco dal cesso alle settttte ho scordato ritorno indietro e alle sette la prima vittima è il pollice che non potrà più oppppporsi mi accendo co n klllll'altra mano l'ennesima ultima sigaretta e lascio che mi aspiri lungamente senza opporre resistenza alle ottoediciotto mi siedo all'ombra del neon a riflettere l'inverno ha gelato le mie orecchie le parole condensano attorno al lobo come stalattiti sprezzanti ho come una tormenta alimentarsi della circolazione del sangue mangio qualcosa devo mettere qualcosa nello stomaco e alle 09:000000000 mi trapasso con gli spilli del mio insegnante di vodoooo come starà soffrendo la bambolina a mia immagine e discordanza alle volte perdo il senso del tempo e alle ottoequarantatre mi fermo perchè il semaforo è rosso al verde l'iride si tinge di piccole pagliuzze d'oro e asfalto e alle novezzzerozzzero mi trapasso con gli spilli del mio insegnante e la bambolina geme e io dispero e tutto il mondo con il cuore in gola si lascia decapitare dalla mezzal'una e mi sdraio sul fianco di una enorme tetta e guardo le nuvole e penso al vento e alle ultime parole che ci siamo detti ci siamo detti le ultime parole

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