martedì 5 luglio 2011


Alle cinque del pomeriggio di quel caldo giorno piovoso con saettanti sorrisi radiosi e immense gocce afose di pioggia corretta con qualche acido di natura sensuale il circo vide il suo primo spettatore entrare e gettare la lenza nell'unica pozzanghera non ancora asciugata dagli applausi degli assenti. Un' esca conturbante e il muschio a ricoprire il pescatore e contorsioniste adagiate nelle ferite intente a ricucirle con ago e fil di ferro. Cercatori d'oro di antichi tesori con mappe sugli occhi trivellatori abbeverarsi a zampilli di petrolio e un coniglio dal cappello estrarre il giudizio di una corte di vecchi spermatozoi afflitti da una incipiente calvizie. Tutto sembrava accomodarsi come acqua e sagome di delitti camuffati e campati per aria così da non intralciare il naturale decorso del formicaio. Mush verrà ricordato da nefaste conseguenze e non importa quanto abbia cercato di non intralciare le indagini. Non importa, contano le disattese circostanze, non importa quanto limpida sia la sua condotta: un'unica goccia di veleno e Mush si ritrova in quarantena e isolato dal resto del parto. Rilascia le sue spore e si lascia divorare. Brani incoerenti e delirii somatici si staccano dal suo fusto senza che una sola goccia di sangue vada persa o immotivata. E' semplice affondare nell'introspezione Mush, cavarsene fuori invece è tutt'altro paio di maniche e peni. Capisci? Non hai scampo ora, non hai scalpo da cui afferrarti e trascinarti sù. Guarda il tendone del circo richiudersi e custodire il segreto dell'illusionista.

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