domenica 16 ottobre 2011

Corpo celeste ad ovest di ogni definizione. Corpo che abita l'immediata nudità della schiettezza. Creatura senza difese, senza trincee, senza lance olio armi, creatura che fugge e ritrova se stessa, lontana dal resto, dal mondo, lontana da ogni definizione.

Lo vide tornare con gli occhi spenti, senza scarpe ai piedi, la barba folta, gli occhi spenti e quei movimenti come se fosse immerso nell'acqua... fluidi ma senza alcuna anima. Lo vide tornare una mattina di un pomeriggio d'agosto, era sera e le cicale frinivano con amore. Era notte e le stelle frinivano con amore. Era un anno trascorso in attesa, le luci nelle stanze sempre accese e le porte spalancate, nessun amore nel letto e un tappeto di petali e foglie sui pavimenti. Chiunque entrasse in casa portava con sè un foglio bianco, lasciandolo da qualche parte, sul tavolo di fianco al sogno di un gatto, sopra il lavandino dove una cavalletta dava un tono ai colori stinti della cucina, in camera da letto sospinto sul comodino dalle spire di un serpente avvolto attorno a un desiderio. Nessuno la vide quell'anno, ma quando tornavano a riprendersi i fogli erano fitti fitti di una grafia elegante, storie o semplicemente invocazioni, a volte disegni di come le apparivano le persone che si succedevano in casa, e nella maggior parte dei casi la figura di un uomo con gli occhi spenti, senza scarpe ai piedi, la barba folta. Un uomo che avrebbe potuto dar l'impressione di muoversi immerso, qualora si fosse fatta opportuna attenzione, in un liquido denso... fluido ma senza alcuna anima 

Sorvola il corpo celeste, sorvola su nascita battesimo comunione cresima e morte. 





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