domenica 2 ottobre 2011

Trascorsero molti giorni prima che si facesse nuovamente odorare, sapeva di sperma e cloroformio. Lui era uno di quegli uomini che sono alla constante ricerca di sè, uomini di tal fatta, da cui le donne fuggono, fuggono dal ricercare uomini alla ricerca di sè. Le sue gengive sanguinano, si masturba continuamente, ormai quasi neppure ci fa caso; è un po' come il battere del suo cuore, se smettesse non dubito che ci lascerebbe le penne. Un pollo. Mi porta sempre qualcosa da mangiare imboccandomi con quella sua mano ben curata. E un biglietto: la magia non esiste. Io l'ho sempre saputo. Viene e torna. Senza requie. I suoi zigomi pronunciano ombre che non hanno alcun significato. La sua mente frapposta torce sino a spremere il succo amaro di ogni emozione. Avvenenti affondi percepiti senza mostrare i denti, non ha imparato l'arte del giudizio mentre viene giudicato dal giudizio di un mondo perennemente assorto fra le apparenze. Sbircia dietro le cose, dietro gli avvenimenti, scorgendo solamente se stesso e null'altro. Nulla.  Una immane lontananza dalla sua pelle al conforto di un sollievo.



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