giovedì 5 aprile 2012

Dedica

Consapevole di non essere idoneo ad esprire in maniera adeguata i propri sentimenti lascia che siano le dita a pigiare sui tasti sperando di non incorrere in una delle sue frequenti e imbarazzanti scivolate su bucce di banane che lui stesso adagia sulla strada che dovrebbe percorrere; non che lo faccia consapevolmente, e forse questo, più che sollevarlo da qualsiasi responsabilità, lo rende ancor più grottesco e lascia affiorare la mancanza di una adeguata maturità che dovrebbe contraddistinguere un uomo della sua età. Parole, costretto a scovare parole che non hanno mai una perfetta aderenza con i suoi sentimenti, ma come è possibile esprimerli chiaramente quando hai sempre represso in un pozzo le emozioni confondendole fra loro? Allora gli viene in gola solo un.... mi spiace, misero vero? Può questa semplice parola avere la forza di una passione? Di una tristezza? Gli spiace, seppur spesso senza mostrarsi leggeva qualsiasi cosa lei scrivesse, parole che si sostituivano a quelle misere e sfruttate del suo corredo genetico, frasi che lo hanno aiutato a crescere - pensate a quanto fosse piccolo allora, piccolo e senza alcuna prospettiva - racconti che hanno sedimentato in lui, incapace di mostrare subito una reazione, ma dopo qualche tempo riaffiorando impregnati anche del suo umore, personaggi e deliri che lo hanno divertito, ma soprattutto condotto a riflessioni, perchè l'unica sua qualità è quella di riflettere come uno specchio, a volte smarrendosi... anche invidia, perchè negarlo? Invidia e ammirazione nei confronti di una donna che ha saputo coltivare, ascoltare, sfamare amicizie che a lui eran negate dalle spine che immancabilmente spazzolava ogni giorno alzandosi dal letto. Che cosa vorrebbe ora mutare con queste sue parole? Nulla.. non vuole mutare nulla, solamente esprimere, seppur in maniera claudicante, un abbozzo della gratitudine nei confronti di una donna che ha saputo mettersi in gioco più volte e addossarsi anche il peso di un essere che ha scoperto di avere un cuore il giorno in cui la incrociò nell'etere del digitale. Ma anche queste sono solo parole, misere, secche parole. La gratitudine di una moltitudine è forse qualcosa che potrai ricordare di avere sempre con te, una moltitudine che pende dalle tue dita come una goccia di pioggia dall'angolo morbido di una nube carica di pioggia e presagi di bel tempo. Si, è stupido forse che lui abbia tale dispiacere, è stupido e infantile, ma non è possibile scostarsi più di tanto da quel che si è. Aspetteranno un tuo cenno tutti i fiori che hai coltivato...

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