domenica 29 aprile 2012

Devo trarre dal condotto dorato un profondo respiro, un respiro che colleghi in sinergica motivazione il cielo e la terra e passare così oltre la tempesta emotiva che all'orizzonte si profila. Prodigo di consigli. Mi sono sempre sentito dire che l'emotività deve essere tenuta sotto controllo, per non dire repressa, o comunque non lasciarsi sopraffare da tanta deleteria energia che distoglie l'uomo dai più raffinati pensieri e sontuosi ragionamenti. Apporre le distanze, la giusta distanza. Sono sempre stato colui che prima riflette e poi agisce, tanto in la nel tempo che ormai più nessuna causalità risulti evidente, nessi logici divorati dal tempo, Novello Prometeo le cui azioni risultano inintelligibili e senza nessun dono da offrire all'umanità, nemmeno il proprio fegato. L'impulsività mi è negata, totalmente, assolutamente negata, tanto che la mia unica spontaneità è relegata ai riflessi involontari di un corpo circondato da un liquido denso e immotivato. Fra qualche secolo risponderò alla domanda che mi hai sempre taciuto, fra mille anni sarò pronto per fare qualcosa di utile, qualcosa che tu possa apprezzare. Fosse anche ricordarmi di venire a togliere le preghiere dalla tua tomba. Questi saggi. E' preferibile la follia. Lasciarsi andare... seppur dove lo si potrà sapere solo dopo esserci giunti, è preferibile lasciare che il proprio volto, il proprio orrendo volto sia stregato dalla plastica fluidità di una passione dirompente, dall'impetuoso stravolgimento di ogni chimica e fisica che l'emozione induce nei fortunati fruitori dell'essenza intima della vita. Guardate la natura, pensate che rifletta? L'imbarazzo non è mai della natura passionale, ma della riflessiva che assiste impotente alla piena irruenza della vita... la consapevolezza annoia, voglio che il vetro s'incrini e trabocchi qualcosa..

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