sabato 14 aprile 2012

Non c'è altro modo di sopravvivere che affogare sempre più nelle proprie viscere. Regalarsi come perle ai porci aumenta ad un certo punto, istantaneamente, il grado di disprezzo che fino ad allora era una liscia e morbida curva  di gentilezza e affetto.  Non c'è altro modo che rendersi ridicoli. Sprofondare dove la vista e l'udito sono un tutt'uno con l'olfatto sommerso da un unico stimolo: l'intimo afrore sprigionato dalle bocche aperte all'oscurità dei fiori marci sepolti sotto cumoli di torba e sterco... lì al fondo l'identità è qualcosa di sommamente labile, lì è possibile maciullare ogni velleità e dimenticare persino di nascere. L'unica luce al fondo del tunnel filtra malevola dal buco del culo.

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