sabato 5 maggio 2012

 " si può iniziare una storia nel bel mezzo e procedendo arditamente avanti e indietro impiantare un grandissimo casino. Si può ostentare modernità, depennare tempi e distanze e a cose fatte proclamare o far proclamare che finalmente e all'ultima ora il problema spazio-tempo è stato risolto. Si può anche affermare, proprio in incipit, che oggigiorno è impossibile scrivere un romanzo, ma dopo, per così dire alle proprie spalle, scaricare un bestseller bello grosso e ritrovarsi eletto ad ultimo romanziere possibile. Inoltre ho sentito dire che brilla per modestia chi all'inizio pretende: che non esistono più gli eroi da romanzo, perchè gli individualisti non esistono più, perchè l'individualità ci è scappata di mano, perchè l'uomo è solo, ogni uomo solo allo stesso modo, senza alcun diritto a una solitudine individuale, e costituisce una massa solitaria senza nomi e senza eroi. Sarà così e sarà giusto così. Tuttavia per me, Oskar, e per il mio infermiere Bruno vorrei constatare che: noi due siamo eroi, eroi radicalmente diversi, lui dietro lo spioncino, io davanti allo spioncino; e quando lui apre la porta noi due, con tutta l'amicizia e la solitudine, siamo ancora ben altro che un'anonima massa senza eroi " (Tamburo di latta - G. Grass )

 Gira liberamente per i vicoli di San Carlitos, non passa mai per la stessa strada nello stesso giorno, ciò comporta alcuni disagi ma la sicurezza derivata dall'aver depistato qualsiasi inseguitore lo gonfia di un sollievo paragonabile a una bella scopata. Solo a una bella scopata. A voltre trattenendo il respiro e il cuore entra nelle case da pertugi indisponenti per sgusciare dove nemmeno scarafaggi e topi oserebbero addentrarsi. Ormai San Carlitos non ha più segreti per lui, la conosce quanto la sua lingua e il suo pene che si accarezza ogni notte pensando a Lei. Lei ha capelli bruni e occhi velati dall'ombra di un falco, le ciglia sottili adunche e sottili e due labbra che sanno di melograno. Si dice sempre così e voi sarete anche stufe di sentirvi descrivere come melograni e ciliegie e fragole e pesche etc...ma questa volta non era una similitudine usata a sproposito e lui lo sapeva. Si conobbero una notte investiti dal caso, malmessi e pieni di lividi e ammaccati, ma non sporsero denuncia e anzi si baciarono al chiaro di luna. Ed era chiara. Molto chiara.
 Fu dimesso precipitosamente, a detta dei suoi più stretti amici incollati ai polpacci e appiccicati al ventre: era ancora ossessionato dagli stuzzicadenti dalle trappole per topi dai cadaveri delle stelle e dalla sindrome diOlafKahnHivauna, rara disfunzione che sopprime ogni emozione non solo in chi ne è affetto ma temporaneamente anche nei confronti di chi si avvicina al portatore insano entro un raggio di 2 metri quadrati e un tempo minimo di cinque minuti. Un giorno lo sentii dire: " bramo un mondo senza papa, senza chiese caste templi, senza mappe stati classi,  senza religioni presidenti governatori leggi pastori". Non siamo e mai saremo maturi. " Bramo un mondo senza me ", disse poi... e come dargli torto? Io non gli darei nemmeno un centesimo, ma in questo caso non posso che essere colpito dalle sue parole. Sanguino dal labbro. La mia vescica perde. Fui dimesso precipitosamente dopo di lui e non è ancora finita la nostra corsa. Si è messo in testa di cambiare il mondo. Ecco perchè lo avevano internato. Io mi ero messo in testa una gabbia per uccelli, a volte preferivo indossare un acquario. Mai avrei pensato di suscitare scalpore. Pensavano scherzasse, fosse una burla, cambiare il mondo! E come? Già da piatto divenne una sfera, e poi? Non credevo la prendessero così seriamente questa storia degli strani cappelli che indossavo. Era solo un momento così. Così. Capito? Non credo di riuscire a raggiungerlo ma almeno gli sto dietro. Precipitosamente.

" can't truss it "

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