domenica 17 giugno 2012

Sono un insetto che vuole conoscere il mondo, non attraverso i suoi sensi da insetto, le sue percezioni da insetto, ma così come esso è, come sarebbe se non vi fosse nessun essere a percepirne le dinamiche. Come apparirebbe a sè. Sono un insetto che vuole comprendere le percezioni del mondo. Ma non voglio parlare  di mè, del mio essere maniaco, clinicamente parlando, della mia idea ossessiva, chè è quella di non avere nessuna idea, nessun pensiero in mè. La mia ossessione è l'assenza di qualsiasi patologia. Ma anche questo potrebbe ben essere un sintomo, o un segno. Il fatto di essere una pura macchina. Una macchina che sanguina e ha bisogno di respirare, ma pur sempre una macchina. Che registra, continuamente, registra senza alcuna apparente finalità. Ma non volevo parlare di me in quanto macchina o insetto. Sono in pena per Sandro. Uso un nome fittizio, così nessuno potrà averlo in suo potere. Non dovremo mai rivelare il nostro nome. Mai, a nessuno. Sarebbe come consegnare le chiavi della gabbia nella quale ci hanno ficcati da quando siam nati. Sandro attraversa dei tizzoni ardenti senza scarpe, e senza nemmeno essere in trance; percepisce il dolore ma non riesce neppure ad emettere un lamento. Non ha più un linguaggio. Sandro ha sempre avuto problemi ad esternare le proprie emozioni. Pensava di non averne, di essere vuoto: nessuno è vuoto. Risuoniamo tutti, sempre, così come ci riflettiamo tutti, sempre. Non riusciva a dare il giusto tono, le giuste parole, non riusciva a far sì che le proprie emozioni, attraverso l'abito della parola, si propagassero sino a farsi comprendere dall'altro, dall'estraneo che gli stava davanti. Tutto si mostrava in lui nella più oscena nudità. Esse prorompevano fuori solo attraverso ferite, che si aprivano nelle sue carni, causate da altri o da lui, e prorompendo travolgevano ogni cosa, ogni essere, ogni forma. Era quanto di più selvaggio e autentico avessi mai visto in un uomo. Ma noi non siamo fatti per resistere a tali esondazioni affettive, noi siamo capaci di comprendere solo le simulazioni, o comunque forme d'onda che siano comprese nel ristretto range che tolleriamo come decente e conforme agli standard di una civiltà educata alla moderazione. Stanco, Sandro, stanco e afflitto, è decaduto. Decaduto a uno stadio precedente, a quello del linguaggio, o successivo, forse, tenendo in considerazione che da sempre l'uomo parla, dal verbo della sua creazione sino ai piagnistei di quando nasce. Ha chiuso tutto, ha gettato tutte le chiavi. Non parla, non ha più un nome, non esprime più alcuna emozione, tutto ricacciato dentro, nelle profondità dove tutte le cose non sono più distinte. Osserva. Registra. Come una macchina. O un insetto. Fate voi. Ecco perchè sta alla larga da me, da noi, ha paura di venir schiacciato, come succede in automatico agli insetti che si mettono, affrontandoci, sulla nostra strada. Neanche ci pensiamo. Uccidiamo e basta. E se fosse una macchina? Cosa ne facciamo delle macchine guaste, che nessuno può aggiustare? Potremo riciclarlo; forse, sarebbe la sua salvezza.

" Coma "

3 commenti:

  1. Come giudicare un "sentire" che non è il nostro?
    Già è quasi impossibile vedere noi stessi, gli altri li abbiamo chiusi fuori. Perché abbiamo inventato l'"Io", la cosa più insulsa che si sia mai vista sulla Terra.
    Se fossimo api, tutti saremmo Sandro, e non ci sembrerebbe una macchina ...

    RispondiElimina
  2. Sandro, da quel che ho capito, da quel poco che lascia trapelare, vorrebbe cogliere la mente dell'universo, nell'unità originaria, prima che si frammentasse in tutti gli oggetti, gli esseri che popolano l'universo stesso. Vorrebbe trascendere quel suo io, come gli capitò una volta, quando, sentendosi scoperchiare il cranio, percepì una gioiosa unità con tutto, percependosi come una forma distinta ma unita a tutto il resto da una comunanza energetica... fu il suo personale satori, così mi disse, dopo che si informò cercando di capire cosa gli fosse capitato, ma precipitando dopo, nuovamente, nelle parole e nei concetti. Un saluto

    RispondiElimina
  3. L'Essere consiste nella ricerca dell'Essere. Trovata la risposta, non c'è più Essere.
    Un saluto a te

    RispondiElimina