venerdì 4 gennaio 2013

Il maiale grugnisce attraverso le sbarre arruginite delle mie costole. Ha fame, come tutte le creature, ha fame. Razzola sulla poltiglia del mio cuore rotolandosi con vigore. La sua pelle rosea gronda passioni che si manifestano e che esigono istantanea soddisfazione. Ma lo torturo. Applicando faglie e precipizi là dove vorrebbe venire, ebbro del mosto del mio cuore grugnisce e razzola sfregando le setole alle costole. Un suono cupo e monotono, come lo squittire del topo che vaga in cerca dell'uscita fra i tratti ingarbugliati del mio intestino. Tenui passi che rimbombano nei corridoi umidi e caldi. Vapori condensano come sfere magiche sulle vibrisse del topo; interrogate baluginano scoppiettando come mais lasciando interdetta ogni interpretazione. Il criceto al luna park delle gonadi va su e giu intrattenendo l'entusiasta pubblico degli zooi. Un giocoliere nato. Frizzi e lazzi. Razzi e pazzi. Grilli per la testa. In amore e cattiva sorte, intrecciano i canti sino a ricreare la trama inconsistente dell'universo. Di giorno dormono dietro le persiane chiuse delle corolle dei neuroni. Sognano un uomo con dei grilli in testa. Sognano di svegliarlo richiamando con il canto il serpente che dorme acciambellato alla radice della spina. Dorme da millenni. Sibilando interminabili notti. A volte stirandosi srotola le spire inerpicandosi sino alla sommità della dorsale, ricadendo prima di affacciarsi al davanzale, senza più forze e sfinito. Non ingoia nulla da millenni. Ascetico cosparso di cenere e muto al tatto. Blatte celate negli angoli degli occhi, larve ad asciugarsi nei padiglioni auricolari e ragni calarsi dalle nari e risalire come un lieve respiro. Un enorme e possente felino spalanca le fauci dove lo sguardo smarrisce se stesso e i propri punti di riferimento. In agguato aspetta il momento propizio. Quello in cui mi volto dandogli la schiena mentre lo fisso in quegli occhi che non conoscono l'esitazione. Ecco a te amore quello che porto con me, selvatici animali incatenati alle carni di una ragione marcescente.

" afraid to shoot strangers "

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