giovedì 17 maggio 2012

" la nostra rovina è di sollievo alla terra? aiuta l'erba a crescere? il sole a splendere? questa ombra oscura anche te? tu hai mai attraversato questo buio?" (la sottile linea rossa)

Salamandra s'infiamma, sfregando le ossa delle vertebre, ardenti braci dall'alfabeto innalzano un lamento sfrigolante. 

" è così familiare, così caldo e segreto il mondo nel quale stiamo insieme tu e io.." ( Doctor Faustus - T. Mann)

come se si levasse e tramontasse fra le acque del mio sangue, il sole. Dune e stelle smarriscono gli sguardi. Dune: la sensazione che ho del tempo assomiglia alle dune; lenti pachidermi di sabbia barriscono vento. La punta acuminata della parola avvelenata la punta avvelenata della parola acuminata. La luna la mela l'arco fumante del cacciatore di miele nel mezzo di una giungla di fiori ed esotici ideogrammi intagliati negli steli delle piante e sotterrati nelle croste della terra. Hai l'odore del sole con te. Sole, colli e praterie, bisonti archi e visioni vegetali... ero una nuvola senza pensieri, divenni pioggia e ghiacciai, quando vennero a prendermi, ghiacciai. Lungo. Oggi sono così, lungo e disteso. Ho una pinna sulla schiena, fra le dita una sottile membrana... un pò d'acqua entra dal cranio, galleggio, galleggia il cervello e la sua rappresentazione. Nuoto, meglio, galleggio, mi lascio sostenere dalla lieve tensione sulla superficie liquida. Come una mongolfiera, mi sono riempito d'aria calda. Lievito. Come pane. Assaggiami. L'equilibrio sulla punta di una fiamma. L'uomo ti teme, teme natura. Immagino un narcisismo vegetale. Creatori di sinfoniche veggenze e oracoli ciechi. Fecondi e sterili. Le parole non sono inoffensive, innocue, innocenti. Sono pugnali, o rose fra le nostre labbra


 " un popolo muore quando non ha più la forza di inventare nuovi dei, nuovi miti, nuove assurdità; i suoi idoli impallidiscono e scompaiono; ne attinge altrove, e si sente solo di fronte a mostri sconosciuti. E' ancora la decadenza. Se però uno di quei mostri prevale, un altro mondo si mette in moto, rozzo, oscuro, intollerante, fino a quando non esaurisce il suo dio e se ne affranca; perchè l'uomo è libero - e sterile - solo nelle epoche in cui gli dei muoiono; schiavo - e creatore - solo in quelle in cui - tiranni - essi prosperano " (cioran)

" do the evolution "

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