giovedì 26 luglio 2012

Assordante, voluttuoso silenzio. Brown scivola nei luoghi, come se vi fosse accolto, dove ogni cosa tace, dove il suono è così appagato da non screziare il mezzo, qualunque esso sia, di fastidiose vibrazioni. Brown si interroga, tacendo, gettando al fondo esche mute che non attirano nessuna risposta squamata; cos'è quello spazio al di là dei suoi occhi, quel cielo che priva ogni parola di significato, che svuota ogni voce del potere ammaliante? Non è ancora giunto il giorno in cui quel dolore potrà essergli utile, e mai, si illude, ne vedrà il sorgere del sole. Inclinato gli appare il mondo, verso sporadici coni di silenzio, da cui la gente fugge aggrappandosi con le unghie al clamore, mentre lui dalla parte opposta scivola, senza muovere un muscolo, che non sia il cuore e l'eco del battito che si ripercuote come un richiamo fra le sue viscere.

" Sober "

Nessun commento:

Posta un commento